Note Storiche

Il documento più antico sulla diffusione del cristianesimo in Gallura ci riporta al 235 d.C., quando il papa Ponziano e il presbitero Ippolito, condannati all’esilio, furono deportati nell’isola di Molara.

Di poco posteriore è la notizia di Simplicio, che subì il martirio intorno al 304 d. C. durante la persecuzione di Diocleziano. La tradizione lo considera il primo vescovo della Chiesa gallurese. Tra la fine del secolo XI e l’inizio del XII, nei pressi di Olbia, venne edificata la chiesa romanica di San Simplicio, destinata ad essere la cattedrale della diocesi di Civita, costituita quasi certamente durante il pontificato di Alessandro II (1061-1073).

La prima diocesi gallurese fu Phausiana, il cui nome deriva forse da un sito presso il fiumiciattolo Pasana, nei pressi di Olbia. Per essa Gregorio Magno, il 29 giugno 594, invitò il vescovo di Cagliari Gianuario a nominare un pastore idoneo a combattere i riti pagani. Fu nominato Vittore.

Le sette circoscrizioni vescovili sarde della fine del VI secolo divennero diciotto tra i secoli XI e XII. In Gallura vi era un “episcopato gallurese”, da cui nacquero in seguito le diocesi di Civita e di Galtellì, costituite prima del 22 aprile 1138. In Anglona, la diocesi di Ampurias fu istituita verosimilmente entro i primi decenni del sec. XII, ma non è certa l’ubicazione del sito da cui prese il nome. Si è pensato alla chiesa di San Pietro a Mare, sulla foce del fiume Coghinas.

La cattedrale, intitolata a San Pietro Apostolo, era posta presso un fiume, per cui fu detta anche Flumen. Altri la localizzano presso la chiesa di San Pietro di Simbranos o delle Immagini, a Bulzi.
L’8 dicembre 1503, per effetto della bolla di Giulio II “Aequum reputamus”, la sede vescovile fu trasferita a Castel Aragonese (Castelsardo), ma fu conservata la denominazione di Ampurias. La cattedrale fu intitolata a S. Antonio Abate.

Nel secolo XVI, la scarsità della popolazione e delle decime, indusse Ferdinando il Cattolico a trovare un accordo, prima con Alessandro VI, poi con Giulio II, per riordinare le diocesi dell’Isola, che da diciotto furono ridotte a otto. Con la bolla “Romanus Pontifex” del 9 giugno 1506, Giulio II unì le diocesi di Ampurias e Civita. L’unione fu fatta aeque principaliter, cioè lasciando le diocesi autonome, ma con un solo vescovo. L’ultimo vescovo di Civita, Pietro Stornello, morì nel 1510, prima dell’ultimo di Ampurias, Francesco Manno, che resse le diocesi fino alla morte. Il primo vescovo dopo l’unione fu Ludovico Gonzàles (1513-1538).

Dopo la metà del secolo XVI, la cattedrale di Ampurias, ritenendosi unica erede in forza della bolla di Pio V dell’8 febbraio 1567, con la quale si ordinava che gli spogli dei vescovi e i frutti dei benefici vacanti nell’isola venissero applicati alle chiese cattedrali, succedette nei diritti di spoglio e percepì i frutti della diocesi di Civita. Questa era “depressa per l’eccessiva povertà” e i canonici avevano abbandonato Terranova (Olbia) dopo che Dragut l’aveva saccheggiata nel 1553, rifugiandosi a Tempio. L’applicazione della norma era errata, ma si affermò per convinzione generale e Francisco Thomàs de Taxaquet si firmava talvolta Episcopus Ampuriensis.

Con la bolla “Sacri Apostolatus” del 22 marzo 1621, Gregorio XV eresse in Collegiata la Vicaria perpetua della chiesa di San Pietro Apostolo in Tempio. I rapporti con il Capitolo di Ampurias si rivelarono difficili e la soluzione della lite fu affidata alla Sacra Rota. Il tribunale romano, con sentenze del 1684, del 1685 e del 1686, si pronunciò a favore della sopravvivenza della cattedralità di Civita, pur riconoscendo che dell’antico Capitolo non vi era traccia e che la Collegiata di Tempio non aveva titoli giuridici per considerarsene erede.

Nell’anno 1696 il vescovo Michele Villa celebrò a Castel Aragonese un importante sinodo e pubblicò anche a Tempio le costituzioni deliberate. A partire dal 1688 i canonici tempiesi avevano fatto ripetutamente domanda affinchè gli onori della cattedrale di S. Simplicio fossero trasferiti a Tempio, ma invano, per l’opposizione del capitolo di Ampurias.

Si dovette attendere la bolla “Quamvis aequam” di Gregorio XVI del 26 agosto 1839, pubblicata il 13 settembre 1840, che soppresse la diocesi di Civita e la cattedralità di San Simplicio, erigendo Tempio a Sede diocesana ed elevando a cattedrale la chiesa collegiata. La bolla spiegava le ragioni della decisione con lo stato di abbandono della Cattedrale di San Simplicio e della città di Terranova, a causa dell’inclemenza del clima e della povertà degli abitanti. Era vescovo il tempiese Diego Capece. La legge Rattazzi del 29 maggio 1855, stabilì la soppressione degli ordini religiosi: nelle due diocesi furono colpiti i Conventuali di Castelsardo, gli Osservanti di Tempio e Nulvi e i Cappuccini di Calangianus e Nulvi.

Diego Capece morì il 7 settembre 1855 e la sede vescovile restò vacante per 17 anni, a causa dei contrasti giuridici tra lo Stato e la Santa Sede. Il 24 novembre 1871 fu eletto vescovo Filippo Campus di Pattada. La sua attività fu intensa, come dimostrano le cinque visite pastorali; morì a Tempio il 21 marzo 1887. Il 14 dicembre 1915 fu nominato Giovanni Maria Sanna, Superiore dei Conventuali di Sardegna. Egli riaprì il seminario a Castelsardo nel 1917 e l’anno successivo lo trasferì a Tempio. Celebrò un sinodo diocesano nel 1921, quando era già spenta l’eco di quello di Michele Pes del 1789. Il 12 maggio 1922 fu trasferito a Gravina-Irsina. L‘11 dicembre dello stesso anno fu eletto il piemontese Albino Morera, che governò la diocesi fino al 1950. Nel 1933 celebrò un sinodo diocesano. Dopo il lungo episcopato di Albino Morera, si sono succeduti nel governo delle due diocesi sette vescovi, con una permanenza media di otto anni: Carlo Re (1951-1961); Mario Ghiga (1961-1963); Giovanni Melis Fois (1963-1970); Carlo Urru (1971-1982); Pietro Meloni (1983-1992); Paolo Atzei (1993-2004). In tale periodo sono stati realizzati a Tempio il nuovo episcopio e il nuovo seminario. Nel 1986, le diocesi di Ampurias e Tempio sono state unificate nella diocesi di Tempio-Ampurias, con cattedrale San Pietro Apostolo a Tempio Pausania e concattedrale Sant’Antonio Abate a Castelsardo.

Dal 22 aprile 2006, è vescovo Sebastiano Sanguinetti, trasferito dalla diocesi di Ozieri.