Ringraziamento di fine anno – Veglia Cattedrale Tempio Pausania – 31 Dicembre 2023

In questa sera che conclude questo anno duemilaventitre è particolarmente bella questa benedizione che è rivolta al popolo di Dio. Il Signore ci offre la sua benedizione e noi non possiamo che rallegrarci e rendergli grazie per tutti i doni che ci ha fatti lungo il corso di questo anno.

Ognuno di noi può avere nell’animo uno o più motivi particolari per cui ringraziare il Signore, nel suo cuore o con la sua famiglia – la nascita di un figlio o di un nipote, un posto di lavoro trovato, una meta di studi raggiunta, l’inizio della propria famiglia o il raggiungimento di un anniversario significativo, per una armonia ritrovata tra persone, ecc. – Possiamo poi ringraziare il Signore per tutte le volte che abbiamo visto la luce nonostante le difficoltà, per quando ci siamo sentiti rassicurati di fronte a situazione che poteva presentare un pericolo. Per tutte le volte che abbiamo vissuto una esperienza arricchente che ci ha fatto crescere.

Inoltre, noi qui insieme, radunati in assemblea dal Signore, rendiamo grazie per i doni che Dio ha fatto alla nostra comunità di Tempio Pausania, alla popolazione della Gallura e dell’Anglona lungo il corso di questo anno.

Questa sera, considerando che domani sarà l’ultimo giorno dell’Ottava di Natale, potremmo chiederci che cosa abbiamo imparato dalla celebrazione del Natale quest’anno? Cosa ci rimarrà?

È stata una gioia temporanea, effimera, o un raggio di luce è riuscito a penetrare il nostro animo, a portarvi chiarore, luminosità? Siamo arrivati a conoscere, a intendere, chi era quel bambino deposto a riposare nella mangiatoia? Abbiamo intravisto, anche solo per la frazione di un attimo, Dio in persona, in un neonato? Dio, il Totalmente-Altro, venuto sulla terra per gli uomini che egli ama?

Abbiamo percepito che anche quest’anno, come ogni anno, Dio vuole ricominciare questa storia di amore e rinnovare le sue nozze con noi? Che la festa di Natale è la celebrazione sempre attuale delle nozze di Dio con il suo popolo.

In Gesù Dio si rivela come l’innamorato testardo che, malgrado tutte le fughe della sposa, malgrado tutte le ferite inflitte al suo cuore da quest’ultima, ritorna instancabilmente a cercarla, sempre pronto a riprenderla con sé. Malgrado il conflitto tra russi e ucraini, malgrado la guerra scoppiata tra Hamas e Israele, malgrado l’incapacità degli Stati di gestire i flussi dei migranti dopo anni di centinaia e centinaia di morti in mare. Malgrado un certo modo di dirigere le aziende e organizzare il lavoro che non è rispettoso della salute e della vita di tanti lavoratori. E non si finirebbe più se si continuasse a elencare i malaffari, e l’avidità che muove alcuni interessati solo al proprio interesse e non al bene comune.

Questa sera, il vangelo ci riporta dinanzi a un’umile donna: la Vergine Maria, madre di Gesù, Madre di Dio. Luca dopo aver descritto quello che vedono i pastori, riferisce le loro parole e si concentra su Maria silenziosa. Dice: «Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2, 19). Maria custodisce nel proprio intimo gli eventi che nascono dalla parola di Dio e sono destinati a diventare parola da comunicare. Infatti il testo del Vangelo ci dice che Maria conserva queste parole “meditandole”, cioè cerca di penetrarne il senso per capire cosa Dio vuole comunicare. In questo modo il Vangelo ci offre l’immagine di una fede che cresce nell’interiorizzazione e nella comprensione della parola di Dio. Maria nel suo “cuore”, cioè nel profondo del proprio essere, che riflette e decide davanti a Dio, penetra nel senso degli eventi e delle parole che riguardano il destino del figlio che ha generato. Maria per l’evangelista Luca è il prototipo de credente che accoglie la parola di Dio nel cuore e la custodisce in attesa del suo compimento.

Poi vediamo che i pastori ripartono: «se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro» (v. 20). Non sono dei puri spettatori, non rimangono indifferenti di fronte a quanto hanno visto, ma si mettono a lodare e glorificare Dio. Questo è il vertice dell’esperienza di fede e il punto di arrivo di ogni ascolto attento e docile della Parola.

Oggi riconosciamo, lodiamo, festeggiamo l’amore di Dio fedele, il fatto di aver inviato il suo Verbo a dimorare in mezzo a noi e questo tramite la disponibilità di Maria di Nazareth. È attraverso di lei, benedetta fra tutte le donne, che abbiamo ricevuto l’autore della vita; attraverso di lei passa la benedizione: quel Bambino – benedizione vivente per tutta l’umanità, figlio di Dio e figlio di Maria – con il quale il Nome di Dio si pone sul suo popolo.

In Lui la benedizione si fa realtà e diventa riscatto e adozione a figli, così che possiamo chiamare Dio «Abbà, Papà».

Invochiamo dunque la benedizione di Dio sul nuovo anno che per noi sta iniziando, perché questa benedizione possa essere innanzitutto e per tutti Pace.

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